Oggi siamo alle prese con una continua, eccellente e di fatto proverbiale continua rivoluzione nel mondo delle videocamere. Abbiamo a disposizione, infatti, tutta una serie di nuove macchine e apparecchi di assoluto valore che, in un modo evidente, stanno perfezionando l’utilizzo del mezzo.
Basti pensare per esempio al modello di videocamere con registrazione interna, in memoria, o a quelle in Schede SD, che in ambo i casi, sono proverbiali in quanto popolarità.
Oggi tutti i prodotti che andiamo ad acquistare, in quanto a videocamere, hanno infatti la totale disponibilità a registrare al proprio interno o nei supporti di memoria più comuni, trasferendo in chiavette USB, o in hard disk esterni e via discorrendo.
Ma cosa sappiamo, invece del famoso sistema VHS? Cosa sono le videocamere VHS? Questo articolo nasce proprio dall’esigenza di voler fare chiarezza al riguardo.
Videocamere VHS: cosa sono e come funzionano
Oggi quando parliamo di videocamere VHS pensiamo al passato, e tuttavia non sono poche le persone che ancora le usano. Ma cosa sono e come funzionano? Di quale tecnologia stiamo parlando?
Si parla, come sanno coloro i quali le hanno usate
dei sistemi a videocassetta: vale a dire di un dispositivo di memorizzazione in sequenza e definito a memoria magnetica usato per la distribuzione di prodotti video e per la memorizzazione delle immagini nelle cosiddette videocamere VHS e dei videoregistratori. Oggi questi prodotti non sono più commercializzati ma sono ancora molto amati tra gli appassionati del settore e nutrono un certo corposo mercato relativo agli amanti delle apparecchiature vintage.
Durante tutti gli anni in cui hanno avuto un vero e proprio boom di popolarità,
vennero proposti diversi formati di videocassetta che furono scissi tra quelli rivolti ai videoregistratori o alle videocamere professionali (come i noti U-matic, Betacam, MII) e quelli relativi a video registratori o video camere amatoriali (DV, Betamax, VHS, VHS-C, Video 2000, Video8, Hi8).
Ecco, appunto, le vhs. Anche loro, oggi, sono state via via finite in ‘archivio’ e fin dagli anni 2000 il loro posto nella vita quotidiana l’hanno preso DVD e Blu-Ray che permettono una qualità audio e video migliore.
Storia della VHS: come si sono evolute
Sul finire degli anni sessanta vi erano, come sanno coloro che c’erano, in commercio vari registratori a nastro che usavano un sistema a bobina aperta, messi sul mercato da varie imprese, soprattutto per l’industria televisiva. Il primo formato a supporto compatto fu l’U-matic, e fu una opera della Sony nel 1971, che andava in sostituzione delle bobine con le prime cassette contenenti un nastro da 3/4 pollici. Un sistema non molto pratico per il mercato domestico.
Nel 1972 la Philips inaugurò in Gran Bretagna l’N1500, considerato oggi l’antenato dei sistemi di video registrazione domestica che aveva bisogno di un bel pò di cassette: ne occorrevano da 2 a 4 per registrare un unico film (circa 30 minuti l’una).
Fino a quando la video registrazione era una tecnica scelta solo per gli operatori del settore, la linea guida era stata la necessità di occuparsi sopra ogni altra cosa della velocità di riavvolgimento: per questo motivo i nastri brevi che dovevano essere riavvolti e trasmessi nel più breve tempo possibile avevano la strada spianata.
La vera rivoluzione ha avuto a che fare con lo sviluppo della video registrazione domestica che come si capì subito richiedeva che i nastri avessero una durata di almeno 1 ora e mezza o 2 ore per poter registrare in modo continuato e senza problemi un film. Ed era questo un vero gran bel problema, dal momento che nastri più lunghi comportavano pesi maggiori e di conseguenza una più alta probabilità di rottura del nastro.
Differenza tra videocamere VHS e musicassette
Fino a quel momento, gli unici nastri magnetici abbastanza lunghi per poter registrare 1 ora e mezzo erano quelli audio usati nelle musicassette.
In verità
vi è una sostanziale differenza tra formato audio e video dal momento che in effetti il segnale video è molto più carico, o altrimenti pesante, del ‘file’ audio e le alte frequenze del segnale video, per poter esser registrate, rendevano necessarie delle maggiori e elevate velocità del nastro rispetto alle testine. E quindi per poter avere la stessa durata le uniche possibilità erano quelle di estendere il nastro e di velocizzare le testine, producendo dunque cassette molto ingombranti, o rendendo il nastro molto lungo, facendolo scorrere più veloce il nastro sotto la testina, o (cosa che poi venne scelta in seguito) far girare la testina facendo sì che la velocità del nastro fosse inferiore e quindi diminuendone il rischio di rotture.
La battaglia delle grandi aziende si accese quando Sony il 1º giugno 1975 mise in commercio il sistema Betamax, mentre il sistema VHS, brevettato da JVC, giunse nel commercio con quasi un anno di ritardo e sembrava essere anche inferiore su diversi punti rispetto al competitori. In primis
le cassette erano di maggiori dimensioni, la qualità era più bassa, ma la capacità di memorizzare di ogni singolo nastro era piuttosto superiore, e anzi arrivò a toccare addirittura i 300 minuti (che furono portati a 600 negli anni novanta con l’introduzione del sistema LP che raddoppiava la durata del nastro dimezzando la velocità).
Inoltre,
a differenza di Sony, JVC cercò altri partner, vendendo il brevetto VHS anche ad altre aziende, creando partnership con produttori e case cinematografiche e questo permise di far mantenere i prezzi dei prodotti VHS più bassi rispetto al concorrente. Così si creò il meccanismo: i negozianti compravano i lettori VHS, di conseguenza chiedevano film in VHS e le case cinematografiche vendevano film in VHS per l’utenza domestica e chi voleva comprarsi un videoregistratore era quindi quasi costretto a comprare la VHS, come formato. Ovvero la seconda tecnologia che, anche se era arrivata dopo ed era inferiore, garantiva una maggiore compatibilità con i prodotti in commercio.
Oggi la storia è del tutto cambiata. Nelle nostre case sono sparite, se non come cimeli di ricordi, quelle corpose strumentazioni come i video registratori, che venivano collegate con cavi di trasferimento e prese scart alla videocamera in VHS, e sono sparite anche le tante voluminose videocassette. Ma il ricordo è vivo, e gli amatori non mancano mai.